Ancona la Storia
Ritratto della Città
Un anfiteatro naturale dove, tra il trafficare convulso di navi e containers, irrompono l'eleganza degli edifici storici e il fascino incontaminato della bianca riviera e della macchia mediterranea del Parco del Monte Conero. Un colpo d'occhio spettacolare che si offre alla vista di chi accede al capoluogo marchigiano dal mare e che traduce concretamente il rapproto simbiotico che lega questa comunità di 100.000 abitanti alla singolare morfologia e al dinamismo commerciale del Porto. Considerato oggi come "la porta italiana verso l'oriente" (primato in passato conteso a Venezia) in quanto principale centro di collegamento con Croazia, Grecia e Medio Oriente, attraverso il Porto passa la storia stessa di Ancona fin dai primordi.
Se già con i Piceni la zona divenne uno snodo cruciale dei traffici dell'Adriatico (come testimoniano reperti di corredi funebri oggi conservati al Museo Archeologico Nazionale delle Marche), sempre qui nel 390 a.C. approdarono gli esuli greci, di stirpe dorica, che diedero il nome di Ankon (= gomito, per la forma arcuata della costa) all'originario insediamento sviluppatosi nella zona di Colle Guasco. Da qui fino a piazza della Repubblica è racchiuso il nucleo più antico, contrapposto alla modernità della zona ovest (simboleggiata dall'Università Politecnica delle Marche). Un percorso storico che inizia dall'imperiosoArco di Traiano ( voluto dall'omonimo imperatore nel 115 in occasione dell'ampliamento del Porto), posto ai piedi del colle e dall'Anfiteatro romano di piazza del Senato (costruito nel I secolo d.C. con una prospettiva a strapiombo sul mare). Dal punto più alto del colle domina l'edificio simbolo della città:la Cattedrale di San Ciriaco, di gusto medievale, sorta sui resti di un antico tempio italico (le cui fondamenta sono visibili nei sotterranei della cattedrale) e impreziosita dal fastoso altare della Madonna di Luigi Vanvitelli.
Per lo stesso Vanvitelli Ancona ha rappresentato una cornice ideale dove imprimere la sua insuperabile impronta neoclassica, che in alcuni casi (la trecentesca ex Chiesa di Sant'Agostino) si è felicemente armonizzata a registri e forme di epoche precedenti. Il suo capolavoro resta tuttavia il Lazzaretto o Mole Vanvitelliana, una struttura pentagonale (un tempo con funzioni sanitarie e militari, oggi location di mostre e spettacoli) eretta nello specchio d'acqua del Porto e collegata alla terraferma da un pontile. Un'opera che rende merito al mecenatismo di papa Clemente XII, suo committente, cui lo stesso Vanvitelli volle dedicare il dorico Arco Clementino (mirabile per gli effetti di luce che offre la fronte rivolta verso il mare). Di matrice neoclassica sono anche il Teatro delle Muse di Pietro Ghinelli e la Chiesa del Santissimo Sacramento entrambe affaccianti su piazza della Repubblica.
Altro nucleo architettonico di rilievo è quello di piazza del Plebiscito (nota anche come piazza del papa per la presenza di una celebre statua di Clemente XII, opera del Cornacchini) dove affacciano il trecentesco il rinascimentale Palazzo Mengoni-Ferretti (sede della Biblioteca Comunale Benincasa, fornita di numerosi manoscritti musicali del 700), il Museo della Città e la Chiesa di San Domenico, quest'ultima arricchita da due capolavori: la celebre Crocifissione di Tiziano e l'Annunciazione del Guercino. La grande pittura italiana ritorna protagonista anche nella Chiesa di San Francesco Delle Scale (su tutti l' Assunta di Lorenzo lotto), ma soprattutto nelle collezioni della Pinacoteca Civica e Galleria d'Arte Moderna (entrambe ospitate presso il cinquecentesco Palazzo Bosdori), in cui risaltano tra gli altri i capolavori di Margaritone d'Arezzo, di Tiziano e di Lorenzo Lotto.
Un ingente e complesso patrimonio culturale che la comunità locale ha voluto renedere fruibile a tutti. Tale volontà ha ispirato l'istituzione del Museo Tattile Statale Omero, studiato (unico caso in Italia) appositamente per i non vedenti. Uno spirito solidale ed egualitario che sembra ereditato da quegli anconetani doc del mondo della cultura, quali il poeta Adolfo De Bosis (direttore della rivista Convito, fondata da Gabriele D'Annunzio e alla quale collaborò anche Giovanni Pascoli), il giornalista Luigi Albertini (indiemanticato direttore del Corriere della Sera, che orientò verso idee liberali) e il filosofoBruno Leoni (strenuo assertore del liberalismo). Ad essi va aggiunto il nome del giurista Benvenuto Stracca (i cui studi sono alla base del moderno diritto comerciale), nella cui memoria rivive la grande tradizione marittima della città.