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Piccola realtà nel cuore delle Marche a Castelplanio.

Un Vitigno: il Verdicchio dei Castelli di Jesi.

Un Vigneto di quarant'anni adagiato sulla collina di Monte Deserto, a 350 metri sul livello del mare.

La volontà di una famiglia di portare avanti la tradizione che si lega inevitabilmente all'innovazione il tutto guidato dalla passione per il mondo del vino e ciò che lo circonda.

OUSIA, SPUMANTE METODO CLASSICO MILLESIMATO PAS DOSE'

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OUSIA...

Spumante Metodo Classico Millesimato Pas Dosè 

Maturazione: 30 mesi sui lieviti

Verdicchio dei Castelli di Jesi

L'Essenza di un vitigno, il Verdicchio, che riesce ad esprimersi in tutta la sua Eleganza fino a diventare Poesia.

Fra le mille parole che possono venire in mente ascoltando questo nome
soave, «ousia», quelle che suonano più familiari e in armonia, sono
pienezza e intimità.

Tale nome, che ad immaginarlo assomiglia più a una nota musicale che ad un
oggetto, ha infatti una ricchezza d'altri tempi, evocata dalla difficoltà
stessa della traduzione. Questo termine greco sfiorato da un'aura di
sacralità, trova nella nostra lingua una quasi piena soddisfazione:
«sostanza»...

E a pensarci ci accorgiamo subito di come sia possibile giocare con questo
termine e scoprirne lentamente i molteplici significati. Anzitutto sostanza
è materia, il principio costitutivo di tutte le cose, se la eliminassimo
nulla ci sarebbe più. Questa materia è come argilla nelle mani del vasaio,
materia informe che potrebbe divenire qualsiasi cosa.

Ecco allora che la sostanza è anche essenza, respiro soave che dà forma
alla materia.

Ma materia e forma si uniscono in un sinolo, cioè nell'unione che troviamo
in tutte le cose. Questa unione è intima, profonda e sincera, silenziosa
come un odore che solo con ricercata attenzione possiamo cogliere. Come un
sapore che scivolando lento nel nostro corpo si lascia conoscere solo
confondendosi con esso.

« La nostra esperienza del vino è legata alla sua natura di bevanda, di
liquido che scivola dolcemente nel corpo illuminando la carne nel corso del
suo viaggio discendente. Questo gli dona... un'introversione tutta
particolare, un'intimità con il corpo che il cibo solido raggiunge solo
raramente».

Ecco perchè «ousia», poesia che si fa bevanda, gusto che si fa unità,
mescolandosi alla materia e alla forma di ciò che siamo.

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